La Suprema Corte di Cassazione con la recente sentenza 7.123/2019 ha avuto modo di recepire pienamente l'insegnamento della Corte di Giustizia UE (sentenza 21 novembre 2018 in causa C-648/16) che ha sancito la valenza presuntiva dello studio di settore.
In particolare è stato evidenziato che "l'art. 273 della direttiva IVA non osta, in linea di principio, ad una normativa nazionale … che, al fine di garantire l'esatta percezione dell'IVA e di prevenire l'evasione fiscale, determini l'importo dell'IVA dovuta da un soggetto passivo sulla base del volume d'affari complessivo, accertato induttivamente sulla scorta di studi settoriali approvati con decreto ministeriale".
Tale impostazione rafforza la valenza presuntiva dello studio di settore non solo a favore dell'Amministrazione Finanziaria ma, in un'ottica di parità delle armi (art. 111 Cost.), anche a favore del Contribuente che evidenzia ricavi conseguiti e dichiarati in linea con Gerico.